ti chiamerò Ampelo quando con la coda smisterò i nostri gemiti. saranno vigne, le mani in frasca. non tacere il mio nome le mille volte in cui risorgerò nel tuo grembo. ubriaco fino allo sfinimento, lascia ch’io doma le tigri sul precipizio del letto e ti faccia ingoiare falene fino l’alba a seguire. giaci tra le ostia sconsacrate e senza veli.