Joè. aveva imparato dall’uomo grasso a fare andare la macchina. si amavamo in mezzo al fumo quando la luce spartiva l’aria tra le bocche. i film si ripetevano, lanterne magiche senza sosta, con gli orari delle code e l’ultimo ritardatario in piedi in fondo alla sala. al di là della strada c’era il mappamondo in continua rotazione, dentro la baracca statue di cera mano nella mano od alternati con le patatine e le bricciole. Joè. magro come un lampione ad intermittenza. la sua storia non me la voleva proprio raccontare, accumulava posaceneri e pettinava fasci d’erba. ero una delle allodole al suo cospetto. fu in quel momento che pensai di rapire l’uomo grasso. gli avrei chiesto come riscattto la storia.