È così. Non basterebbero le parole nemmeno a me. Nemmeno al poeta che potrò divenire un giorno. Non ci sarà mai abbastanza da dire – da scrivere – per te. Per noi. Noi perché é come se anch’io un poco sono venuta al mondo con te. E cerco un linguaggio bambina per farti gli auguri. Nessun virtuosismo. Solo questo. Mi appartieni. Ti appartengo. In un modo altro rispetto la convenzione della definizione. Ricordo la prima panchina quella notte e tu che mi chiami Frida che poi divenne il nome del piccolo cane volpe. Ricordo la nostra Gubbio ed i maestri. Ricordo Dante sul soppalco. Ricordo tuo padre ed il pranzo, il giardino. La Croazia e l’uomo nudo che corre. Le incomprensioni, il mio difetto di realtà e la tua enorme famiglia straordinaria. Ricordo il primo abbraccio. Ricordo Giorgio e Martino. Gli alfieri. Ricordo il bacio in bagno. Ricordo e non ci può stare tutto qui adesso in questo surrogato di biglietto romantico. E ricorderò per sempre il futuro insieme. Sei un essere speciale Luca Nava Auguri. Uchiami.