ho creduto quando le dita hanno separato la frangia. al tubicino di beatitudini lasciate al luna park. ho pensato di iniziare la conta e riprendere a fabbricare farfalle. se non che asciugo il troppo sole dalle guance e ti guardo andare via; correre oltre lo steccato. sono qui a far da palo perchè tu possa sempre tornare. no, non è bontà. mi costa meno di soffrire. sono io quella egoista. tesoro mio – non dimenticare però – le poche forsennate ebbre parole di carne dette a fior di fiato la prima volta.