Vorrei l’elicottero giallo plastica, di gioco, di giocattolo; con cui sorvolavo l’universo sopra il tappeto della nonna Angelina. Mentre Vittorio raccontava la storia dell’arte dentro la televisione ancora quadrata ancora tridimensionale. E la Mamma curava, lavava, stirava, imboccava l’attesa di Ade.

Vorrei con quella carne, quelle trecce, quel cerotto, quelle gonne improbabili – vorrei venirti in braccio e non dare spiegazioni a nessuno del perché sorvolo così l’universo.

In braccio. Con il ricordo dell’elicottero giallo plastica.