Mi chiese il permesso di sedere alla sua destra. puntò il polpastrello sulla coscia. mi domandò il bicchiere. appoggiato per terra. mezzo vuoto. con un accento di rosso sul fondo. sorrise fino dove c’erano i buchi e non si vedevamo più denti. iniziò ad intonare una canzonetta. e si disse felice. FELICE. di non essere solo ad aspettare l’autobus.