Sedevano in circolo al tavolo imbandito di grasso e zucchero. luci lucciole colorate fluorescenti picchiavano sul muro. di là, nella balera, danzavano coppie di storpi, di nani, di ciechi, di zoppi, di grassi, di ossa, di astinenti e d’infermieri. al tavolo gli altri. il padrone; venditore di biscie e biglie, con gli occhi di vetro e le mani giganti. la fuggitiva; amante amata da amare con le parole secche e le forbici tonde da bambina. il lupo; la fede al collo e le croci sul petto, il battito cardiaco accelerato e le unghie sporche di brillantini. il custode; che suona il flauto ed arriccia i coltelli, canta appena e ti guarda nella bocca. la dama; resta lieta e cuce delle perle viola. la ladra, munge latte. fuori il cielo, la luna, la notte sta per calare e lì nel luogo della salvezza si consuma l’ultima cena dei santi toccati da Tommaso. attendono i tre magi, i loro doni, aspettano che qualcosa accada e fino allora non si muoveranno. hanno una scorta di lampadine ed una canna da pesca.