ti vergognavi ad aprire le gambe. lo facevi piegandoti sul lato. o contorcendoti ai miei occhi. ridevi. e respiravi affannosamente ancora prima che il tuo fiato appartenesse al mio. ti diventavano le punta delle dita rosse. e sebbene tu lo volessi mi chiamavi a te per distrarre la bocca altrove. erano lotte così lunghe e così dolci da farmi sentire onnipotente di fronte a tale bellezza.
Samanta Cinquini
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