Bildungsroman: esito incompleto

Provo un sentimento di urgenza. Come mancasse tempo. Dovessi fare adesso qualcosa di fondamentale. Mi sento una ragazzina di 33 anni. Incapace di agire l’adulta. Il talento. Che gli altri riconoscono. Che tradisco continuamente giocando alle costruzioni. E buttando giù le torri. Ho le mani stanche. E l’armadio pieno di razzi.

“Nel suo corpo c’é la febbre del dolore”

L’ho vista farsi avanti nella folla. Mentre i giganti cadevano sulle ginocchia. Le madri si coprivano il viso. Gli uomini stringevano i pugni. L’ho vista farsi avanti nella folla. Poiché sapeva cosa bisognava fare. A costo della pelle. A costo dell’umanità cosiddetta chiamata. A costo degli Dei bastardi. L’ho vista farsi avanti nella folla. E l’ho seguita. Non esitate. (IN LIMINE. Sulla soglia. Angelica Ruggiero.)

Inganno! Inganno!

Non è vero il buio. Non è vero nemmeno che stiamo giocando con gli stessi shangai. Ho degli stuzzicadenti. Tu, dei pali. Non è vero che parliamo per ore. Non è vero che vogliamo cambiare. Non è vero che siamo pronti a gettare il petrolio. Non è vero che l’amore ci aspetta.

Bildungsroman

Lascia alla dignità il tempo per esplodere. A dirotto. Rivolta ogni buco della pelle. Non lasciare che niente trattenga la valanga. Consuma interamente il pus (che no, non sta soltanto nel cuore). E non tornare indietro. Bambina mia. Alla fine del sale, non tornare indietro.

Autoritratto di una donna quasi-buona

Esagerata. Emotivamente esagerata. Da qui a lì, tu provi troppo. Un vulcano. La lava travolge lo spicchio; e salta la colazione, salta ogni pasto. All’infuori. Hai orecchie e cuore per le calamità – poi rientri a casa ed è arida la capienza. Sei piena del resto. Ed ingombrante per le piante in soggiorno.