accompagnata per mano da quell’insolito cavaliere nella grande città; anche i palazzi sembravano stambecchi e le macchine balle di fieno argentato. era soffice, leggero, e soprendente discutere e riprendere il fiato sulla coda dell’altro. caddero due fiori sulla mia testa, li lasciai così un poco sgualciti a rendermi incerto il passo finché inciampando mi parve di guardare nell’uomo il bambino che infiamma la lucertola ma le copre gli occhi. entrambi vaghi nel nostro spostare lo sguardo e così precisi nell’afferrarlo immobili potevamo sembrare una vecchia fotografia – no, non certo di amanti piuttosto di fuggitivi.
Samanta Cinquini
sito in lavorazione