come siamo arrivati a questo? ricordo quando con della moneta prendevo del gelato dall’uomo della carretta e mi sembrava di aver comprato l’universo e lo sentivo proprio nel mio palato l’intero universo. giocavamo nel cortile con i sassi ed il pennarello nero. quello rosso quando andava di lusso. ridevamo tanto all’ombra del fico mentre le signore raccoglievano l’erba da fare cuocere e mangiare a cena. mamma si, mi faceva il segno della croce uscendo sulla porta ed io brontolavo ma in fondo andava bene così perchè era un suo modo di salutarmi ed augurarmi buona giornata. papà che aveva l’odore della serratura. e mio fratello più grande, lui conosceva tutti i nomi dei dinosauri. non avevo paura nemmeno quando c’era poco da mettere sotto ai denti o non mi compravano l’ultimo gioco alla moda. non avevo paura perchè salivo sulle spalle di mio padre e gli toglievo i capelli bianchi, ogni capello era cento lire. e se non c’erano le cento lire era una nocciolina. non avevo paura perchè mia madre mi faceva pedalare fino al paese vicino ed andavamo a trovare la zia sudate e bere l’acqua della fontanella era bellissimo. si, capitava piangessi. per capricci o le prime cose serie. ma la notte di san Lorenzo si esprimeva ciascuno il proprio desiderio e Dio quando ci si credeva. io ci credo ancora adesso ai desideri.
Samanta Cinquini
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