“Passavamo il giorno bevendo caffè perchè non lavoravamo” le tremavano le mani mentre riempiva sacchi di roba. aveva imparato a cucire dalle sorelle di zia. parlava una lingua non sua. la madre immobile fissava fuori dalla finestra una terra invisibile. seppure nessuno se ne rendesse pienamente conto, lei pregava. erano mute come due campane senza battaglio. zeppe fino ai calli dell’antica memoria, però, dei canti. avrei voluto sorreggerle. entrambe. erano bellissime. ed io come un nano a cui è concesso di spiare per la propria diversità, godevo della bellezza contraria familiare.