l’uomo giovane ogniqualvolta apriva la bocca si sentiva come un carillon. erano i mostri della seconda serata. quelli buoni vestiti di paglia luminosa e che profumavano di tabaccherie. li guardavo invidiosa mentre salivo sull’utimo bus, per tornare a casa. loro potevano avere l’intera città. e suonavano sempre di musica. non facevano paura, anzi – ti spingevano a tenere la finestra un poco più aperta. e gli occhi leggeri.