A Massimo De Pascale
Ci sono fiori che vanno colti quando il gambo ha steso l’impronta fino al centro della terra. ci vuole la forza di un uomo folle sotto la pioggia per estrarre l’uncino di Dio. i giochi dei bambini che sostituiscono dinosauri alle bambole, gli occhi lunghi del caledeiscopio, e la neve sulle biciclette rosse. ti ho incontrato quando pesavo tre papaveri ed ho inghiottito spine per entrare nel tuo giardino e ci è voluto il tempo di amanti ed oleandri per sfiorarti appena e sentire l’odore di casa. eccoci, stretti sopra le ortiche, a dividere le bacche dai funghi – eccoci addormentati insieme smessi dall’attesa. eccoci, legati come il coro dei latrati.