sai di cianuro quando parli così. sai diventare un bambino che sbatte le mani dentro la minestra calda. della fondina dipinta a mano. sai diventare un vecchio che cammina fra le lapidi e le chiama per cognome usando la bavetta come appellativo d’affetto. sai diventare una pettegola con i peli intrisi di sapone. sai essere l’uomo nero, la fatina dei denti, ed il vento che muove gli spiriti in un colpo di tosse. sai cucinare una torta all’altezza delle boulangerie e ridere degli infilatori per i cani che non ce la fanno. ti lasci qui – un poco in disuso – come le “rupestri” – solo per i rari. ed io ti guardo senza capire ogni cosa. ma cerco di stare. di prendere un pezzo da portare fuori. al macellaio, al madonnaro, al poeta eppure alle madri. eppure alle mani tagliate in segno di grazia per le muse. sai di miele quando fumi e da molto fumi.
Samanta Cinquini
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