di ritorno dal soggettivo cercavo soltanto un posto dove poter sedere ed essere anonimo – uno fra i molti – ma dei molti l’anello. dicono sia il sacro lo spauracchio della libertà. e poi ti dicono ancora di non credere nelle favole perchè è il fare che sostiene la differenza. e parole come sublime sembrano archeologia accademica. allora ricordo di una bandiera bucata nel centro sventolare. è un fatto storico ma ancor prima simbolico. e mi viene voglia – una sfrenata voglia – di fare cose insensate. apparentemente. perchè solo i matti possono pensare di tornare alle ideologie. nell’errore trascorso vi è un margine di traguardo che non è stato possibile raggiungere – perchè mancavano dei segni. ed oggi, sulla torre di Babele, i segni si moltiplicano. ma lassù siamo diventati tutti eroi, uomini speciali, esclusivi, specifici ed abbiamo dimenticato cosa significa portare avanti un credo comune. Peccato.
Samanta Cinquini
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