se le pareti fossero fatte di ovatta. ma crespa. e si chiudesse all’improvviso ogni via d’uscita. resterei così sollevata e costretta. proverei a respirare con il capo verso l’alto. sicura si trovi un buco in mezzo al bianco sporco – collegato al cielo. a te. e mi basterebbe. per superare la fine delle ragioni. tutto ha un costo molto grande eppure da qualche parte c’è sempre qualcosa collegato al cielo. altrimenti si perde il senso. e no, non si può. non si deve. inizierò a suonare la chitarra – mi chiamavi così, la tua chitarra – con quel dialetto milanese misto alla lingua dei pescatori. ti voglio bene.
Samanta Cinquini
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