Estraggo secco dallo stomaco. Il campanile (in torre) rimbomba ed acceca. Fuori sarà festa ma il custode già lava fazzoletti. Parla solo, pare pazzo e si crede ebbro. Ha preso gli abiti delle reliquie e si è parato Re. Lo riconosceranno quando il pane diverrà seme. Tornerà frumento. Ed io sto all’angolo del gorgo. Frastornata da tante chiese ed apparenti piazze. Non riesco a perder l’orecchio, l’occhio e l’ultimo osso diritto del costato. Sul filo funambolo accolgo l’inevitabile e mi faccio grembo in offerta.
Samanta Cinquini
sito in lavorazione