Ed ho bisogno di sbiadito. Di poco chiarore. Ho bisogno di essere voltata. Fuori accada la cenere, il coriandolo e la polvere. Datemi la possibilità di vivere in una stanza. Con loro. Con gli angeli. Con i profeti. Con chi vuole davvero restare. Lasciatemi dimenticare la mia faccia. I contorni. Le cose. Datemi il permesso di guardare chi appena inizia. E chi è pronto. Non chiedo altro. Del pane, del riso, e silenzio. Poi vita. Vitalità di velina. Il rumore di un buco e subito dopo la musica di un boccone. Il flauto suona ed io canto muta.
Samanta Cinquini
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