E’ accaduto in un letto per una persona. Nella stanza dei bambini con l’ottone ed il pomolo di Wendy. Qualche scatolone ancora alla rinfusa dietro l’armadio chiuso a chiave. La chiave pendente. Non sapevamo di poterci amare così. Infatti è stato troppo. Ed al primo stridore di pelle, il corpo già non ci stava più. Mi hai messo la testa contro il ventre, pareva volessi schiacciarla, rimandarla dentro. Come fosse già stata un poco anche roba tua. E dentro fa meno rumore, fa meno fraintendimento, fa meno presa di coscienza. Ma non ci entrava la mia testa, nel tuo ventre, sulla tua mano. Non ci entrava.
Allora è rimasta cosi. Una testa vagante. In esilio. Con l’odore appena smunto e condizionale. Con il rancido per la realtà che resta. Monca.
Samanta Cinquini
sito in lavorazione