Che una guida debba essere asceta, fa parte di quelle grida necessarie ai popoli perché si convertano di norma al presupposto del sacrificio. Ed invece voglio coltivare una guida innamorata. Appassionata. E sregolata. Non maledetta. Sia mai. Tutt’altro. Beata dalla fragilità del bene. Non vi fu alcun Samael se non per contrapposizione e dottrina. Allora parto dal dichiarare che sono mortale. Mortale. Ho una fine pressoché parziale ma pur sempre una fine.
Samanta Cinquini
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