Quasi una lacrima. La firma. L’ultimo esame di laurea. Ho già il sentimento per un nuovo viaggio. Ma adesso no. Mi costringo a stare così. Fra la tesi e la stasi. Per elaborare. Accumulare. Gli ossimori umani. Il ritardo dei treni. L’ansia che accomuna i rivali. I workshop a cui affidi il bivio. I docenti maturi, immaturi; quelli duri e spessi ma fondamentali per uscire dalla caverna di Platone. Ogni strada ha i suoi miraggi. Ogni percorso ha le sue salite. Ogni orizzonte ha i propri tombini rialzati. E sono grata. Alla ragazza dei muri. Alla ragazza delle pastiglie. Al ragazzo del mare. Ai ragazzi con lo zaino pieno. Ai tre maschi complicati. Sono grata persino alla signora crudele perché vedo le stagioni solitarie sui libri più grandi del tavolo e sorrido. Le sorrido. Sorrido ad ogni inciampare che mi ha reso meno cieca. Meno parlata. Meno certa. Quasi una lacrima. La firma. L’ultimo esame di laurea.
Samanta Cinquini
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