Adesso per un po’ me ne starò in mezzo alla carta. Scritta da mani e fegati antichi. Millenari. Ancestrali. Mondiali. E locali. Me ne starò nella carta che parla la mia lingua e lingue che ancora non conosco. Adesso per un po’ voglio mi cadano addosso librerie, biblioteche, archivi, templi, studi e studioli privati per non dire anime irreprensibili e dannate bagnate fino al lembo di inchiostro nero bollente. Adesso per un po’ voglio dimenticare la sentenza del tempo e lasciarmi dimagrire dalle coperte, dai segnalibri, dalle pieghe, dalle note a piè di pagina e da quei minuscoli insetti della polvere. Adesso è così.
Samanta Cinquini
sito in lavorazione