pensavo fossi l’unico a non piegare le promesse come fossero panni stesi da ritirare una volta asciutti. ti ricordi? quella notte infernale in cui vomitai l’anima giù per il cesso e tu al mio fianco raccoglievi capelli e muco. incapace di credere sarebbe sorto il sole. e poi l’alba ci baciò ancora entrambi sudati. mesi dopo avvenne un abbraccio. saremo sempre l’uno la carne dell’altro. qualsiasi cosa accada. dove sei? il tempo ci tradisce ed io non dimentico. mi accordo con il diapason. questa è una musica con sola ouverture nessun finale.
Samanta Cinquini
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