“Mi fa volare come un aeroplano! Mi tengono finché c’é luce nella stanza. Anna canta appoggiata allo stencil. Quello fluorescente. Deborah mi ruba il naso prima del latte. poi restano al buio ad ascoltare la bocca. A volte papà é Deborah. A volte papà è Anna. E così vale per mamma. Non sono confuso. Sono loro figlio. Dalle tacche incise nel legno. Fino allo stadio della partita di calcio. Sono il portiere. Licia é la mia fidanzata. Adora le lasagne di Anna. Invidia i capelli di Deborah. Si – e lo so – non possono avermi fatto su un letto. Insieme su un letto mi hanno voluto. Più di chiunque. Ed io c’ero. Ero lì. Pronto per l’universo. Con l’enorme fortuna di essere già chiamato a gran voce. Mio padre? Gli sono grato. Per Deborah. Per Anna. Per i miei segni. E sono felice.”
Giulio
Samanta Cinquini
sito in lavorazione