Mi hai scoperto nella pancia e così senza esitare benché ci fosse molto vento mi hai portato fino alle rose. Mi hai cresciuto con il burro, l’acqua santa ed il copriletto profumato. Le tende all’uncinetto, i quadri delle madri col traforo, i calzini stirati. Hai scelto la casa, il tempo, il sudore e la legna per il fuoco. Io non potevo guardare ogni cosa. Contenere il sacrificio, il dono, l’insegnamento, la fede, le celebrazioni, le ostie, la pazienza e quel segno della croce sulla porta. Diverse. E così vicine. Adesso ho gli occhi per vedere e vedo l’origine. Comune, pesante, folle, l’utopia delle donne coraggio. Delle donne ultime. Delle scelte superstiti. Delle donne che amano senza ragione. E ti sono grata. Mamma. Perché sei bellissima in maniera faticosa. E sei un altare in offerta. E sei le parti migliori di me e delle mie rivoluzioni. Tanti auguri mamma.
Samanta Cinquini
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