Non sono mai stata una ragazza con le scarpe sul letto e le mani intrecciate alle amiche. La musica accesa, il telefilm, il fumo ed l’aroma degli indumenti più pesanti messi da parte. I genitori di qualcuno al pian terreno, gli orologi rotti, le parole sovrapposte e la bottiglia di Ceres nello zaino. Mi sono sempre chiesta come fosse il muretto. La piazza tardi. Il cameratismo dei fanciulli – quello senza perfidia e stupido in maniera bella. Così provo la nostalgia dell’ex snob. Dello pseudo intellettuale dopo i trenta. Provo persino la nostalgia per i bulli, le sbornie mancate, l’ora di ginnastica e come racconta Lei per le limonate contro le pareti della città. Mi accade così, alle 6:37 di sentire il giudizio fare crac. Non esiste un modo giusto – più nobile – di vivere. E senza conta. Senza barocco. Senza cattedre. Senza piacere per forza ai grandi. Senza. Chissà come sarà la nuova musica.
Samanta Cinquini
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