Fuori cenere, polvere, e coriandoli. Fuori.

Ed ho bisogno di sbiadito. Di poco chiarore. Ho bisogno di essere voltata. Fuori accada la cenere, il coriandolo e la polvere. Datemi la possibilità di vivere in una stanza. Con loro. Con gli angeli. Con i profeti. Con chi vuole davvero restare. Lasciatemi dimenticare la mia faccia. I contorni. Le cose. Datemi il permesso di guardare chi appena inizia. E chi è pronto. Non chiedo altro. Del pane, del riso, e silenzio. Poi vita. Vitalità di velina. Il rumore di un buco e subito dopo la musica di un boccone. Il flauto suona ed io canto muta.

In attesa di un futuro

Prepotentemente fuori posto. Senza collocazione. Con attaccato diverse funzioni. Ad hoc. Site-specific. Senza direzione esatta. Completamente in Nostra balia. Sono fra le molte smarrita e non ho fiato ne sale a sufficienza per chiamare aiuto. Finirò per abbracciare un albero. E credere il mondo fisso in una stanza. Passerà. Finché sarò da capo. Sarò certa di aver capito. Di essere esattamente quella cosa. Nient’altro. E potrò illudere qualche altra stagione. Beatitudini adesso lasciatemi sola. Devo distruggere i galleggianti e rincorrere i crostacei.

La comunanza dei piccoli

Fai la luce con le lucciole facendo attenzione poi loro possano volare via tornare libere quando verrà l’alba e di notte le preghi di restare non le domini non le comandi non le ordini e loro estendono il chiarore e si fidano perchè é sacro il tempio dell’accordo così non resti sola nel buio e stringi un patto con forze straordinarie minuscole eppure contenenti lo scoppio originario e sai che la lingua è profondamente comune non devi far altro che onestamente sinceramente miseramente chiedere