Preghiera al God Social

aiutami nell’uso condanna l’abuso venga giudicato il fare con gioco scagli la prima pietra chi di like perisce ch’io possa non esser fraintesa per il “bit” e si rintracci sempre nella carne l”Es” lode all’amico ritrovato e lode all’amico di “face” e lode altissima all’ “off-line” fedeli; carissimi compagni di “post” ai posteri la traccia “del meglio di” a noi God Social parsimonia, dubbio e altrove adepta poeta ma non troppo, in vero meglio che virtuale

Da sola perdo il senno

“perchè la notte è insopportabile. c’è wifi? i mostri li combatto a suon di telefilm. altrimenti ho bisogno di dormire vicino l’orso. quello nero. oppure quello bianco. da sola perdo il senno. e non posso disturbare il sonno perchè domani ci sarà la battaglia e bisogna siate pronti. io posso non essere pronta. sono capace di non essere pronta. ho le cuffie. ed una luce portatile. la doppia pelle per le notti in bianco. è cosi. non sembra di giorno. eppure il nero mi agita i popoli. altrimenti – altrimenti cammino la città. e dormo in piedi sotto qualche lampione e vicino qualche Golia, Ciclone o Elena.”

Sono stanche ma non arrese. e resteranno fino l’alba.

le mie sono donne della notte. prese nell’impeto di straordinarie quotidianità. trevestite per diletto. loro, giocano con le carte del memory spaiate. non dornomo – non possono. il buio ha il tempo necessario perchè vengano viste. colte. mentre aspettano, oppure scelgono quale psicofarmaco ingoiare. nessuna tragedia. sono serene divorate e infagocitate dall’ironia dei tempi post-moderni. che dicono finiti. dicono. ragazzine per sempre. ingenue nel loro innocente lasciar la campagna per la città. si riconoscono. da un brillantino oppure dalla risata troppo forte. credono al sentimento e fanno la pipì come i maschi – per comodità. sono stanche ma non arrese. e resteranno fino l’alba. per te che guardi insonne ed ultimo dal quinto piano e vorresti buttarti giu. ci sono le donne della notte alla ricerca del tempo perduto a farti compagnia.

Ti perdono, ma fa male, e raccolgo qualcosa

ti perdono per la prima peluria. perchè del mondo terra hai sentito giusto quanto frana. ti perdono perchè sono stata mulino, spaventa passeri e girandola pure io nel campo immenso piu grande della casa. ti perdono perchè le parole a questa generazione sanno proprio di elio e di ortica. ti perdono perchè non c’è cattiveria nell’inganno di un disperso. ti perdono ma fa male. e raccolgo le stelle filanti, i diamanti, le beatitudini ed il volume alto. vado via. con la gonna sgualcita e le gambe stanche.

L’umanità è straordinaria in una stanza minuta

L’uomo grande con le smorfie al cioccolato. La ragazza rossa ha fascie di orchidee ed iris sotto il braccio. Quel fanciullo pare corso fuori eroe dal boato dei cacciatori. E tu; quanta voglia hai di battere i piedi ed accompagnare Apollo? Lei – compaesana – tesse e sussurra. Ha le mani del raccolto, e l’odore del fuoco tenue a mezzanotte. Canta la ragazza con la camicetta abbottonata; nessuno si accorga ha ingoiato la volpe e trovato i fagiolini magici! oh meraviglia del creato. Sono io così stolta oppure l’umanità è straordinaria in una stanza minuta e capitata?