Un poeta sulle rotelle

Incomprensibile. Per taluni la mela ed il serpente sono una favola. Per altri si accumulano bugie nei secoli. Eppure ne sono certa. Siamo fatti di materiale celeste. Senza età, senza tempo, senza presente. In divenire. Chiamatemi matta, sciocca – ditemi che sbaglio – no; io lo sento. Sei stato figlio mio. Altrove. In un’altra storia. E così mi spiego quello che gli altri non vedono. Il bambino diventa uomo. Un poeta sulle rotelle. Devi ancora imparare ad andare senza. Ma il viale è lungo. E stai sicuro – ogni caduta è necessaria e preziosa. Io sono dietro te. Accanto te. E ti voglio bene. Auguri Luca Nava. Che questa esistenza ci mostri dove far coincidere il verso, il piede ed il cuore. Amico mio.

Perché avevi la parola “bellezza” in copertina

Ho iniziato a leggerti perché avevi la parola “bellezza” in copertina. Poi la fame. Una profezia dietro l’altra. Dall’America alla pittura fiamminga. Non sono riuscita a baciarti la mano. Eppure mi pare tu sia nella quartina che lotta con lo scontrino, nella poesia dei soffioni e del loro andarsene, mi pare di sentire la tua voce non solo registrata ma viva. Viva. Questo é il potere della conoscenza. Quella rosa. Fatta di cuore, neuroni e rivoluzione. Ti sono grata. Estremamente. Ciao Todorov.

Il giorno del bruco

Il cane si morde la coda. La paglia brucia. Il circo è chiuso. Le palline del giocoliere hanno la calamita. Le carte scolorano. Aveva ragione il bruco. La farfalla muore dopo appena un giorno. Meglio restare bachi. E non pensare assolutamente a niente. Senonché stare a testa in giù.