In cerca di un destinatario

come si fa? quante mutande, calzini, canotte, petti nella cerniera? a chi potrò raccontare dove andrò? con quale coraggio resterò sola la notte? io ed il nero. che insieme non ci parliamo dal lettone con mamma e papà. io e loro – le mie persone che abitano il ventre ed incastrano l’utero. quando arriverà il momento giusto? per stancare le piante e piangere appoggiata sull’orlo di qualche vecchia signora?

Vedo fumo dove gli altri vedono zaffiri

mi ritrovo a pensare all’ubbidienza. guardo il mignolo non steccato all’età di nove anni. storto. con la nocca che si curva. una piccola gobba sulle dita. e penso quando vestivo da chiarichetto e suonavo la campana alle 18:45. per lui ero (e vorrei essere) un guerriero. per lei ero (e vorrei essere) una santa. per me sono stata dell’altro il finale. e cosi scrivere qualcosa dalla parola d’inizio m’appare inconsistente. vedo fumo dove gli altri vedono zaffiri. forse è arrivata l’ora di mettermi la merenda nello zaino e partire. da sola.

Prendimi

In piena. Non ti fidare dei miei affanni. Fai tacere lo sgomento. E quando potrai prendimi. Lasciami a malapena il tempo di capire. E ti assicuro, solo così; potrò tacere la buona educazione. Il soldatino rotola la vernice secca ed inaspettatamente sanguina.

La carne dell’angelo

sono stata quello che desideravi. adesso, il desiderio si è estinto. e mi sono fatta di carne. non sarà facile. ma sarà tremendamente vero. farà venire più brividi. vorrai chiudere la porta a chiave – peccato averla scassinata. comprerò le tende. ed alzeremo la musica di Domenica. impareremo a stare nella stessa stanza senza pensarci altrove. se ci accadrà allora vedrai che l’odore della carne ti piacerà più che l’odore dell’aureola.