vedo, nel dolore, la necessitá della fede

allora ti rendi conto che non hai abbastanza pelle per contenere la notizia. immagini, nel sonno, possa sentire. e ricominci a credere nei miracoli. perchè non c’è altra strada che la fede. benchè se ne dica. per accettare l’inevitabile. e per restare ben predisposti. ma fa male. male come non puoi prevedere. e l’impotenza – speri – faccia sentire meno male altrove. perchè brucia tutto. e non ne hai il controllo. sono con te.

Portare la diversitá

da quando sono piccola ho dello sbagliato che si vede. credo nelle cose dell’aria. e cammino storto. da quando sono piccola mi prendono in braccio perchè ho i piedi bianchi – troppo bianchi – o mi mettono sulle spalle perchè guardi più lontano. da quando solo piccola provo delle colpe e dei peccati originali per i non battezzati. da quando sono piccola non sono più diventata grande. ed è così immobile la possibilità di diventare donna. mi sento una matrioska. colorata, coloratissima e sempre più minuscola.

Perché gioco a nascondino

senza ombra di dubbio mi è rimasto da qualche parte appiccicato addosso una parte del nostro desiderio – sarà per questo che mi sento costantemente sotto conta e faccio durare il gioco del nascondino oltre il tramonto ancora per un altro giorno

Questa terra non é morta

Noi. Folli adorabili sognatori. Dal filo di luce sotto la porta al bagliore indefinito dell’alba. Forse per qualcuno saremo fanciulli sull’isola che non c’è – ma che importa! – quando ancora si può credere al volo? Allo sgranare lento dei capi in sú? Alla favola? Al botto piccolo dello schiudersi? Noi come eroi contemporanei della fatica, della povertà, della lotta, della bandiera per tutte le mille ed una notte! Noi narratori balbuzienti, poeti analfabeti, cantastorie stonati – noi imprevedibili – ma inesorabilmente insieme. Riusciremo a piantare papaveri dove gli altri vedono soltanto terra morta. E se saranno storti saranno più forti. E se saranno minuscoli saranno più preziosi. E se saranno pochi saranno più longevi. Noi. É questione di fede. Ricordi?

Attesa di una donna

Il cavallo bianco. L’immagine delle bambine credenti. Non importa chi sia il principe. (Oppure la principessa). Lo abbiamo nel timpano il battere dello zoccolo. E restiamo in attesa nonostante l’unicorno appaia rotto.