La scelta
sto per prendere una decisione sciocca. eppure talvolta la sciocchezza è l’unica possibilità che abbiamo per conquistare noi stessi. a discapito del buon senso. perchè si esiste – soprattutto – nel guizzo.
sto per prendere una decisione sciocca. eppure talvolta la sciocchezza è l’unica possibilità che abbiamo per conquistare noi stessi. a discapito del buon senso. perchè si esiste – soprattutto – nel guizzo.
All’erta. Sulle spine. Con il cuore (intero) in gola. Insonne. Pronta. I nervi (tutti) tirati. Non lo so se è solo un’impressione. Ma fa male (tanto) sentire. Poi forse attendo semplicemente il verso bello delle cose. Adesso non mi è dato di sapere con chiarezza. Adesso sono qui.
Ed io guardo te. Maestro, sorridi al tuo nome eppure non ne possiedo altri per ricordare. Ti riconosco. E provo della grazia. Mi ritorna in mente l’aereo, il cieco, il dito, e l’infinito in una stanza.
Papà mi pagava 200 lire ogni capello bianco che riuscivo a sfilare senza strappare quelli neri mentre tu facevi a botte con qualcuno nel selvaggio ironico West. Mamma per la festa mi preparava i fagioli alla Bud – avrei potuto mangiarli a qualsiasi ora e con le posate si giocava a guardie e ladri. Buon viaggio amico d’infanzia.
amo le liste. le liste sembrano avvenire. ho sempre fatto elenchi. contro la poca materia. mi trovo all’orlo delle cose. le donne della notte. i ritratti in maschera. il pesce d’oro. la bandiera. il gommone nella piazza. i cori. e le parole senza acqua santiera – mi suggeriscono dall’alto. leggo come alle superiori Racine. e preparo la traccia. però il maestro è in bagno. adesso, scrivo io alla lavagna il nome dei presenti.