Bastó una battuta

Accadde così. Ti vidi. Mentre eri assorta in una lettura. Probabilmente del Boss. Bastò una battuta per intravvedere oltre quell’armatura di filo e pianto l’odore dei capelli intrecciati al lume di candela. Sapevo già tutto. Ti amavo immensamente ancor prima di pronunciare il tuo nome. Micaela Leonardi. In un baleno – il tempo dei fraintendimenti di cotone – delle prime confessioni e delle confidenze più intime con la lampadina accesa sulla notte. Sei parte di me. Delle mie promesse. Dei sogni. Ti voglio bene. In maniera meravigliosa. Auguri tesoro.

“Mancavano dei segni”

di ritorno dal soggettivo cercavo soltanto un posto dove poter sedere ed essere anonimo – uno fra i molti – ma dei molti l’anello. dicono sia il sacro lo spauracchio della libertà. e poi ti dicono ancora di non credere nelle favole perchè è il fare che sostiene la differenza. e parole come sublime sembrano archeologia accademica. allora ricordo di una bandiera bucata nel centro sventolare. è un fatto storico ma ancor prima simbolico. e mi viene voglia – una sfrenata voglia – di fare cose insensate. apparentemente. perchè solo i matti possono pensare di tornare alle ideologie. nell’errore trascorso vi è un margine di traguardo che non è stato possibile raggiungere – perchè mancavano dei segni. ed oggi, sulla torre di Babele, i segni si moltiplicano. ma lassù siamo diventati tutti eroi, uomini speciali, esclusivi, specifici ed abbiamo dimenticato cosa significa portare avanti un credo comune. Peccato.

E vidi, tra le persiane…

E vidi, tra le persiane – per andare in bagno alla notte – in mezzo al lago “saranno state le 5:00” due donne impegnate in un particolare gesto. L’una in piedi, chiaramente dalla chioma generosa e rossa – orfica; pescare al lume di lanterne cinesi appese sul natante e l’altra “con l’aiuto del cannocchiale poichè il buio ancora intercedeva gli occhi” mariana nel suo candore imprevisto intenta a pulire i pesci ricoverati nella barca con tale maestria da parere nata per questo. Mi ferì nella lente d’improvviso un bagliore minuto. La celeste non mondava soltanto l’animale bensì ne estraeva la lisca e… (to be continued)

Le cose spaccate

Ho voglia di semplicità. E di vuoto. Accendere la luce ed essere solo io. E gli appunti. I fallimenti. Le cose spaccate. Non fatte. Interrotte. Ho voglia di avere tutto il tempo a disposizione per sbagliare. E per cercare di rendere all’occhio il sotto. Ho voglia di fede. Ho voglia di me fino a rivedere.