Perdonerete questo mio saluto infantile

certe volte accade così – che qualcuno di non toccato, non guardato da vicino, oppure nemmeno ascoltato con il sottofondo dell’uragano ti entra dentro e ti arriva fino a dove c’è una ferita perchè sembra parlare direttamente a te fra tutti ed il mito diviene fratello ed il fratello diviene familiare come fosse un amico, un amante, un padre, un complice, un poeta della porta accanto; dipende … certe volte accade così ed è accaduto a me quando come tanti adolescenti ascoltavo il Duca Bianco del rock e mi sembrava di essere accolta dal suo genio e dal suo correre a piedi nudi. quindi perdonerete questo mio saluto infantile. Ciao David.

Aspetteremo, coi fazzoletti di stoffa in mano

Abbiamo bisogno di fazzoletti. Non di carta. Di stoffa. Di tutti i fazzoletti che riusciremo a raccogliere. E poi ci metteremo in mare. A sventolare. Bianche. A greche. A righe. Ed aspetteremo. Con i fazzoletti di stoffa in mano e quel gesto così. Di saluto. Di benvenuto. Di promessa.

Chiamata alle armi

fate che l’anno in arrivo non sia un bigliettino dentro qualche bottiglia di vetro abbandonata per romanticismo … fate non siano i vetri rotti di brindisi oltre la misura … fate non sia l’ennesima promessa al di là dello specchio con le dita incrociate nella tasta … fate che la scarpetta non si ritrovi perchè il vissero felici e contenti è una condanna all’arresa … fate che si compia, così; all’improvviso e d’impeto – imprevedibile come qualcosa da non aspettarsi. fate una rivoluzione. un gesto diverso. opposto a quello immaginato. tanto progettato ed analizzato. fate tremare il solito. ribaltate le sveglie. le agende. e ricominciate dal luogo più vicino al rischio. al traballato. al boato. allo scricchiolare.

Io ti aspetto

ho sognato mia figlia. la figlia che non ho. Nina Anita. Nina, come ho promesso a lui. Anita – non lo so perchè. era bellissima. Nina Anita – io ti aspetto – ed adesso che manca ancora tanto tempo insegnami a conoscerti ed a lasciarti libera.

Fede e rivoluzione, appuntamento alla tettoia

Una signora d’altra generazione. Con il grembo nella fede. Il segno della croce la mattina. Le madonnine di plastica con l’acqua santa. Le figurine appese dei santi e santificati. Ed un uomo d’altra camera. Anarchico. Forse contadino od amico dei contadini. Che vuole la scuola per tutti, per l’uomo libero. Schiaccia le noccioline sotto al sasso. E parla di libertà. Loro. S’incontrano sul dosso e prende a grandinare. Si riparano sotto ad una tettoia. Ed iniziano a parlare.