Quando tornare agli antichi odori

ed allora ti lasciano così – improvvisamente – con i doni che continuano al posto loro i giorni avvenire. l’umiltà e la dedizione di vivere la passione, il sogno e quella punta che ci pare tanto simile alla felicità. abbiamo da abbandonare qualcosa di superfluo per tornare all’essenziale. all’odore dell’incenso in cucina. al vaso di fiori sopra il pianoforte, alla tisana ed allo zenzero.

Un’intima mancanza

“non ho altro da aggiungere. disse coprendosi le cosce sporgendo la gonna oltre misura. rimise l’indice in tasca e si lasciò attaccare dallo schienale con fantasie varesi. mal cucite. allor, in quell’ozio, lui s’infilò frettolosamente sotto la volta stirata ed iniziò a far con la bocca quel che gli era stato abilmente comandato. finchè le ginocchia divennero livide. dallo specchio vedevo così, mamma Ernesta sorridere nervosa ed entusiasta all’uomo vestito da clown venuto con i palloncini colorati ad addobbare il compleanno dei gemelli. ed iniziavo a cercare – per la prima volta – qualcosa che nei miei pantaloncini di Jeans dannatamente mancava. dannatamente. e lo ripeto, a distanza di anni, fu una scoperta davvero dannata.”

Il rendez-vous degli opposti

“io non ho altra libertà che credere nella passione. figlia e figlio, madre e padre, santa oppure puttana è sempre la stessa identica cosa. in me vi è tutto un esercito di pace oppure in guerra. purchè sappia tornare nell’incerto. non sono ne eroe, ne vittima, ne martire, ne santone, ne musa, ne papessa. io sono la prova del costato e del buco”z-vous

Il motivo di un ritardo

papà cammina lento. scarpe da tennis. un giaccone dismesso da me. il maglione viola. la piazza non la vedeva da almeno un anno. non arrivava fin quaggiù. lui fa il giro dietro la chiesa, e va agli alpini. ma oggi, è perchè mi accompagna al bus. per Bergamo. non prendere Trescore. papà parla di briscola, ramino, scala e del tempo delle bocce. il posto dove c’era la bisca è saltato. nessuno gioca più a poker. nessuno gioca più a soldi. ma lui a 20 anni era bravo. li sapeva capire quelli che imbrogliavano. in mano hai le coppie, il tris oppure il full. in stazione si andava a mangiare il panino per non mangiare la cena della Pierri e mentire e dire di essere senza appetito – semplicemente. c’era il biliardo. adesso nessuno ha più il biliardo. ma papà a 20 anni – e ride – gli dava filo da torcere agli altri giocatori. adesso agli alpini c’è una donna, che resiste – da più di 6 anni – però sembra di stare in un carcere. ha dovuto mettere le sbarre. le rubano tutto. anche le lamiere e se non rubano picchiano. il primo bus l’ho perso apposta. adesso, questo è il secondo. non lo perdo. però lo vedo restare lì – senza il coraggio di dirmi, vieni agli alpini con me? salgo. un pò piango. un pò sono felice. qualsiasi cosa dica il papà a me sembra sempre tutto bellissimo. e mi viene voglia solo di questo. di perdere apposta dei bus ogni tanto.