Abbiamo perso il matto

ed Annette chiese a tutti di andare intorno al fuoco. non sapevano più come fare e perchè. nella piazza improvvisamente i negozi si spensero. ed un fuoco alto toccò il campanile. potevano essere quelle le campane a fare un frastuono abile fino alla città bassa. si aspettava. ed Annette non faceva assolutamente niente. più tempo trascorreva nel dubbio e più forse qualcosa sarebbe tornato. che il matto si alzi e riprenda il proprio posto. al centro.

la separazione delle presunte élite

questo è il tempo del talent. degli acrobati. dello stupore. del “the best”. delle classifiche. dei “top”. eppure niente di tutto questo ci avvicina. aumentano le distanze. e le comunità sono internet. non è una critica. un giudizio. un’opinione. solo un pensiero. io, amante dell’immagine inizio a vedere crepe persino dove prima guardavo l’impeccabile bellezza ergere e tracciare un’ecologia della mente (cit). io, che preferivo le “élite” e fuggivo la presunta mediocrità (beata ingenua presunzione) adesso vorrei solo unirmi ad un movimento del popolo. io, che non ho più identità ma solo proiezioni al “contest”. che cosa resta se non la magia per tentare di ricomporre il separato?