Oscillazioni profonde
Hai lasciato la luce accesa nella notte del fango e della bufera. Mi hai raccontato con il sudore freddo di quando eri bambina. Ci siamo addormentate con la mano protesa nel vuoto, da un letto all’altro; in cerca della nostalgia. Poi – si è fatto il giorno. Al caffè, indossavi l’ampia borgiera. Eravamo tornate al “Voi”. Mi guardavi, come si guarda a Morgana. E non ti fidavi più delle intimità. Eravamo tornate a prima, prima della sopravvivenza.